Taras Shevchenko (Ševčenko)
(1814-1861)
Il grande Poeta dell'Ucraina:
note biografiche
Il grande Poeta dell'Ucraina:
note biografiche
a cura di Yaryna Moroz Sarno
Il 9 marzo del 1814 nel villaggio Morynci nacque Taras Shevchenko (Ševčenko, Тарас Григорович Шевченко) il più grande poeta ucraino del XIX secolo considerato come il profeta nazionale. La sua eredità letteraria è uno dei pilastri della letteratura moderna ucraina.
Rimase molto presto orfano di madre (a solo undici anni), quando nel 1823 morì la madre ed il padre si sposò con una vedova che ebbe tre suoi figli. Gli fu insegnato a leggere da un precettore del villaggio, mentre fin da piccolo era solito disegnare non appena gli si presentasse occasione di farlo. In seguito, lasciato il paese paterno, seguì il signore Engelhardt dapprima a Vilnius (1828–1831) e quindi a San Pietroburgo. Notando il talento artistico di Shevchenko, Engelhardt gli permise di studiare le tecniche pittoriche per quattro anni da Vasiliy Širiaev.
A San Pietroburgo il giovane Taras incontrò l'artisto ucraino Ivan Sošenko, che lo introduce nella cerchia Јevhen Hrebinka, Vasyl Hryhorovyč e il pittore Aleksej Venecianov. Grazie a queste persone Shevchenko ebbe la possibilità di incontrare Karl Briullov, che spinto dall'amicizia verso quest'ultimo, lo aiutava alla sua liberazione nel 5 maggio 1838.
Nello steso anno Shevchenko fu inscritto nell'Accademia delle Arti nell'atelier di Karlo Briullov. All'esame annuale vinse la medaglia d'argento per il suo dipinto. Nel 1840 nuovamente il suo quadro a olio con titolo "Giovane mendicante porgente il suo pane al cane" vinse la medaglia. Nel settembre dell'anno 1841 Shevchenko fu nuovamente insignito della Medaglia d'Argento per il quadro "L'indovina zigana".
Nel 22 marzo del 1845 il Concilio dell'Accademia delle Arti gli conferì il titolo d'artista.
Nello steso anno Shevchenko fu inscritto nell'Accademia delle Arti nell'atelier di Karlo Briullov. All'esame annuale vinse la medaglia d'argento per il suo dipinto. Nel 1840 nuovamente il suo quadro a olio con titolo "Giovane mendicante porgente il suo pane al cane" vinse la medaglia. Nel settembre dell'anno 1841 Shevchenko fu nuovamente insignito della Medaglia d'Argento per il quadro "L'indovina zigana".
Nel 22 marzo del 1845 il Concilio dell'Accademia delle Arti gli conferì il titolo d'artista.
Nel 1840 fu pubblicata la sua raccolta delle poesie nel libro "Kobzar". Nel 1841 scrisse il poema epico "Gajdamaky". Iniziò inoltre a scrivere libretti per teatro: nel 1842 realizzò parte della tragedia Mykyta Haidai e nel 1843 completò il dramma Nazar Stodolja.
Shevchenko compì tre viaggi in Ucraina negli anni 1843, 1845 e 1846. Durante le visite incontrò oltre ai propri fratelli e gli altri parenti, i più grandi scrittori ed intellettuali ucraini quali: Јevhen Hrebinka, Panteleјmon Kuliš e Mykhaјlo Maksymovych, stringendo inoltre una forte amicizia con la famiglia dei Repnin e in particolare con Varvara Repnina. Le difficili condizioni in cui vivevano i contadini ebbero un profondo impatto sul poeta-pittore.
Nel 1844, afflitto dall'oppressione zarista e dalla progressiva distruzione dell'Ucraina, Shevchenko decise di inserire alcune tra le rovine e i monumenti più belli della sua terra nell'album "Pittoresca Ucraina". Compì l'anno successivo un nuovo viaggio in Ucraina. Lì incontrò lo storico Mykola Kotomarov e i membri della Confraternita dei Santi Cirillo e Metodio. Dopo la scoperta e la soppressione della Confraternita da parte delle autorità, avvenuta nel marzo del 1847, Shevchenko fu arrestato insieme ad altri membri il 5 aprile dello stesso anno. Anche se probabilmente l'artista non faceva parte di tale società, durante una perquisizione la Terza sezione rinvenne il suo poema "Il Sogno" ("Figlio"). In esso veniva aspramente criticata la politica imperiale e, poiché tali giudizi erano considerati estremamente pericolosi qualora provenissero da un uomo sospettato di fare parte di un'organizzazione sovversiva, fu punito molto severamente. Shevchenko fu rinchiuso nella prigione di San Pietroburgo e dopo esiliato come un semplice soldato nella guarnigione d'Oreburgo. Lo zar, confermando la sua sentenza, vi aggiunse: "Sotto stretta sorveglianza e con il divieto di scrivere e dipingere." Soltanto nel 1857 Shevchenko ricevette la grazia imperiale. Non gli fu tuttavia concesso di tornare nella capitale ma dovette stabilirsi a Nyznuj Novgorod. Nel maggio del 1859, Shevchenko ebbe il permesso di recarsi in Ucraina, ma in luglio fu arrestato con l'accusa di blasfemia, fu presto rilasciato con l'ordine di recarsi a San Pietroburgo.
Taras Shevchenko trascorse gli ultimi anni della sua vita da un lato lavorando a nuovi componimenti poetici, dipinti e incisioni e dall'altro impegnato a pubblicare i suoi primi lavori. Provato dai difficili anni in esilio si spense a San Pietroburgo il 10 marzo 1861. Taras Shevchenko trascorse gli ultimi anni della sua vita a lavorare su nuove poesie, dipinti e incisioni, ed anche sulla modifica di alcune sue opere più grandi. Purtroppo dopo gli anni difficili di esilio il suo stato di salute si era molto aggravato. Shevchenko è morto nel suo studio a San Pietroburgo il 10 marzo del 1861 all'età di 47 anni, il giorno dopo il suo compleanno.
Prima fu sepolto nel cimitero di Pietroburgo, ma successivamente il suo feretro fu trasferito dagli amici in Ucraina, su di un treno fino a Mosca e dopo sulla carrozza. Secondo la sua volontà espressa nella poesia Zapovit (il Testamento), Taras Shevchenko fu sepolto l'8 maggio a Kaniv sulla collina sulle rive del Dnipro vicino a Kaniv (Chernecha Hora ora Tarasova Hora o Collina di Taras).
I MIEI PENSIERI
Miei spinosi pensieri,
miei spinosi pensieri,
mi arrecate soltanto dolore!
Perché ve ne state sulla carta così tristemente uno sopra l’altro?..
Perché i venti
non vi disperdono
come la polvere nelle steppe?
Perché mai la cattiva sorte
non vi culla nel suo petto?…..
Miei pensieri,
miei malinconici pensieri,
miei bambini, teneri germogli!
Vi ho nutrito, vi ho cresciuto..
e ora cosa devo fare con voi?….
Andate in Ucraina,
miei trovatelli senza tetto!
Fate la vostra strada di ritorno
verso l’Ucraina,
come vagabondi,
ma io son destinato
a rimanere qui.
Lì troverete un cuore
che è vero e parole
di gentile benvenuto,
lì troverete onestà,
pura verità
e forse anche fama…
.Allora,
mia Madrepatria,
Ucraina,
accoglili in casa tua!
Accetta la mia schietta,
semplice prole
e prendila per te stessa!
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